Elementi di protezione passiva antincendio

Che cosa si intende per protezione passiva antincendio? Quali sono gli accorgimenti e i dispositivi che possono minimizzare gli effetti del fuoco? All’interno di questa guida vedremo i principali riferimenti normativi e i prodotti che possono essere utili per ridurre il pericolo generato da un incendio all’interno di un edificio.

La normativa in materia antincendio (DM 3 agosto 2015) chiarisce sin dalle prime pagine la differenza tra prevenzione e protezione antincendio.

Nel primo caso si fa riferimento all’applicazione di norme, misure, provvedimenti ed azioni con il fine di evitare l’insorgere di un incendio.

Si parla invece di protezione antincendio come quelle misure per ridurre le conseguenze di un incendio e consentire l’evacuazione in sicurezza dell’edificio.

Qual è la differenza tra protezione attiva e passiva antincendio

I sistemi di protezione possono essere distinti in due diverse tipologie:

  • Protezione attiva: tutte quelle misure che mitigano l’impatto di un incendio e richiedono l’intervento dell’uomo - ad esempio per l’attivazione o la gestione di un impianto - o l’attivazione tramite sensori, com’è il caso degli impianti sprinkler.
  • Protezione passiva: sono i sistemi che permettono di limitare e ritardare la propagazione del fuoco e che agiscono indipendentemente dall’intervento umano o dall’attivazione tramite sensori.

 La protezione passiva dal fuoco

Il comportamento al fuoco dei materiali riveste un ruolo determinante. La protezione passiva antincendio inizia quindi già dalla fase progettuale di un edificio, scegliendo materiali, progettando giunti e compartimentazioni con caratteristiche specifiche.

 Dispositivi di protezione antincendio passiva

La regola basilare per limitare i danni alle cose e alle persone in un edificio è compartimentare le sue parti in modo da limitare la propagazione dell’incendio e garantire zone di evacuazione sicure per le persone occupanti l’edificio e per i soccorritori. Protezione edifici con struttura tradizionale Possono essere utilizzati prodotti per la sigillatura dei giunti così da incrementare l’effetto compartimentazione degli ambienti. Un esempio sono i sigillanti FFRS, FIAM e le schiume poliuretaniche fuoco FS.

Protezione edifici con facciata continua

Per limitare la propagazione dell’incendio possono essere utilizzati degli speciali pannelli in lana di roccia che vanno a compartimentare gli spazi interni.

Per limitare la propagazione dell’incendio possono essere utilizzati degli speciali pannelli in lana di roccia che vanno a compartimentare gli spazi interni.
Protezione passiva al fuoco salto della rana
Altro caso molto frequente è che la fiamma agisca attraverso il fenomeno conosciuto come “salto della rana”. Le temperature raggiungono valori così elevati da rompere i vetri, le fiamme così “saltano” verso i piani superiori dall’esterno.
Protezione passiva al fuoco barriere

Per evitare questi fenomeni che causano una rapida propagazione degli incendi e una veloce diffusione di fumi e gas, esistono diverse soluzioni progettuali proposte da Fischer.

Protezione passiva edifici con facciata ventilata

In questa tipologia costruttiva il rischio è che l’incendio si propaghi attraverso la camera di ventilazione creando un effetto camino che permette alle fiamme di propagarsi velocemente verso l’alto.

In tal caso può essere interposta una barriera antifiamma tra la facciata dell’edificio e il solaio, ma a differenza delle facciate continue, la barriera deve lasciare aperta la canna di ventilazione durante il normale utilizzo dell’edificio.

Quando invece la facciata è ispezionabile può essere utilizzato un setto.

Devono essere previste anche delle compartimentazioni interne verticali della facciata e si realizzano con FCFcl posato per l’appunto in verticale.

Altri elementi di protezione passiva dal fuoco

La normativa ha evidenziato da diversi anni i criteri che devono guidare la scelta dei dispositivi di protezione passiva.

  • Resistenza al fuoco: è la capacità di un elemento di conservare le sue capacità meccaniche, quindi la sua resistenza alle sollecitazioni in caso di incendio. Viene misurata attraverso il parametro REI seguito da un numero. Ad esempio la classe REI120 indica la capacità di un materiale di resistere al fuoco al massimo per 120 minuti. La E nella sigla sta ad indicare invece l’Emissione o ermeticità e rappresenta l’attitudine a impedire il passaggio o la produzione di fumo o fuoco sul lato opposto a quello di sviluppo dell’incendio. La I infine sta per Isolamento e indica la capacità di elemento di ridurre la trasmissione di calore tra due punti.

  • Reazione al fuoco: riguarda la capacità di un elemento o di un materiale di contribuire alla propagazione e alla diffusione delle fiamme. Sono previste 5 classi: dalla 0 alle 5, dove la zero è riservata ai materiali non combustibili.

  • Compartimentazione: per evitare che l’incendio si diffonda rapidamente, è necessario “compartimentare” cioè isolare il luogo in cui si è verificato l’incidente.

  • Vie di esodo: deve essere sempre prevista una via di fuga per tutti gli utilizzatori, che sia sempre segnalata in maniera efficace.

Negli elementi architettonici

In funzione della destinazione d’uso dell’edificio, esistono dei precisi riferimenti normativi sui sistemi di protezione passivi. Le barriere antincendio, ad esempio, contribuiscono ad isolare i vari ambienti, impedendo che fiamme, fumo e gas possano rapidamente estendersi al resto della struttura. Tra queste ricordiamo ad esempio le porte tagliafuoco (o porte REI), le pareti antincendio

Negli impianti elettrici

Le norme CEI, ad esempio, attraverso la 64-08 del 2017 ha introdotto nuove misure di sicurezza per la protezione passiva di uno degli elementi che comportano un rischio maggiore negli edifici: gli impianti elettrici. I riferimenti riguardano l’uso dei materiali da installare negli impianti ma anche le caratteristiche tecniche degli interruttori differenziali e i controlli a cui ogni buon impianto dovrebbe essere sottoposto.

Le distanze di sicurezza

E’ buona prassi interporre le aree con elevato rischio incendio con spazi scoperti. Ciò vale sia per gli ambienti interni che esterni. Lo scopo è impedire che l’incendio possa propagarsi per trasmissione di energia termica. Queste possono essere calcolate attraverso formule empiriche e vengono esplicitate dalla normativa.

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